Nessuna crisi di governo ma di certo il momento appare delicato. I leader di maggioranza ribadiscono il plauso alla linea tracciata da Mario Draghi, quella rotta indicata a nome di tutta l'Europa davanti agli Stati Uniti di Biden. E che vuole innanzitutto, soprattutto, una spinta al cessate il fuoco e a un tavolo negoziale a cui partecipino i russi ma anche gli americani. Sta di fatto che i 5 Stelle insistono e con loro la sinistra di governo nel chiedere di potersi esprimere, con un voto, sulla linea italiana nella crisi in Ucraina. Il 19 però l'informativa di Mario Draghi in Parlamento non prevede voti. Il premier riferirà anche sugli esiti della missione a Washington, e il dibattito si annuncia incandescente. Nonostante sia il PD che lo stesso Conte non mettano in dubbio la tenuta della legislatura. "Non ho nessun dubbio che questo governo andrà avanti fino alla fine naturale della legislatura. Aggiungo anche che questo è l'ultimo governo della legislatura, nel senso che ci fossero crisi di governo adesso non è che ci si metterebbe a discutere su un nuovo governo, si andrebbe al voto". "Sottoscrivo l'approdo del governo fino alla scadenza naturale della legislatura", dice l'ex premier, che resta però contrario all'invio di armi. "Quando sarà adottato il terzo decreto riteniamo che l'Italia debba concentrarsi sulla soluzione diplomatica", avverte, dopo che si era anche spinto nel dire che di fronte a uno scenario di guerra imprevisto il governo non aveva un effettivo mandato politico. Mandato, appunto, da ricercare in aula attraverso un voto. Duro il giudizio di Forza Italia nei confronti del pentastellato. "Far fibrillare il Governo è veramente da irresponsabili. Il Movimento 5 Stelle, e quindi una parte della sinistra, vuole creare difficoltà in vista delle prossime elezioni. Forse vuol far cadere il governo ma non possiamo permetterci una scelta del genere". Chi non manca di rimarcare la propria posizione pacifista e al tempo stesso di mandare una stoccata ai Dem è il leader della Lega. "Finalmente anche lui parla di pace", dice, per poi aggiungere "Basta polemiche, chi divide fa il male del paese". Nel Carroccio però c'è anche chi come il ministro Giorgetti sottolinea: "La storia insegna che le parole non sempre bastano".























