Armi a Kiev, scintille nella maggioranza tra Lega e Premier

Rassicurazioni ma divisioni, da un lato c'è la politica interna, la tenuta dell'esecutivo su cui tutti Salvini compreso tranquillizzano, dall'altro la politica estera, o meglio l'Europa su cui invece in maniera molto chiara la Lega si smarca. Sono i fatti ed i numeri che contano, aveva detto al termine del vertice NATO Giorgia Meloni, rispondendo a chi sottolineava la posizione del Carroccio contraria all'invio rafforzato di armi a Kiev. Quasi rispondendo indirettamente allo stesso vicepremier che aveva ancora una volta contestato tale linea, salvo poi rincarare la dose attraverso il numero due della Lega: non esistono missili di difesa, i missili ammazzano e basta. E noi siamo contrari. Le parole di Andrea Crippa. Di risposta all'orgoglio manifestato dalla premier, quanto allo scudo aereo italiano che aveva detto, protegge le vite dei civili. Salvini che poi, pur rassicurando, il governo durerà 5 anni, ammette: sull'Europa siamo divisi, la Commissione UE uscente ha fatto troppi danni e non la sosteniamo. Proprio mentre è in corso la fase finale della trattativa per un possibile sostegno dei conservatori guidati da Meloni, alla Von Der Leyen. Scintille sulle quali provano a gettare acqua dalla maggioranza. "Il pieno sostegno a Kiev è l'unica strada per arrivare ad una pace giusta. L'invio di missili per la difesa aerea è consentire all'Ucraina di non soccombere". "Pace e stabilità passano dalle difesa dei confini dal rafforzamento del ruolo della NATO e dell'Europa. Noi siamo vicini a Kiev fin dall'inizio. La posizione del Governo italiano è sempre stata chiara". Distinguo che non mancano tra le opposizioni laddove a un PD che sebbene con cautela ha sempre sostenuto l'invio di armi a difesa dell'Ucraina chiedendo al tempo stesso un percorso negoziale di pace, fa da contraltare il Movimento 5 Stelle. E così l'alleanza Verdi e Sinistra. "Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina torniamo a chiedere una via negoziale. L'escalation delle armi non porta alla soluzione del conflitto". Confronto serrato dunque, anche se nelle stesse coalizioni.