Un anno vissuto drammaticamente tra i peggiori della storia repubblicana: sconcerto, paura, malessere scoramento, a tratti rabbia. Sentimenti vissuti dagli Italiani. Lo sguardo, però, spiegherà il Presidente della Repubblica, deve inevitabilmente volgersi al futuro, alla speranza. E la speranza ora ha un nome: vaccino, da non lasciarsi sfuggire. Sergio Mattarella tornerà a rivolgersi agli Italiani come più volte ha fatto in questi terribili mesi. Lo farà nel tradizionale appuntamento di fine anno, il sesto per lui, in un nuovo ambiente del Palazzo del Quirinale. Un messaggio che vuole chiudere un anno, ma guardare soprattutto al 2021, ricordando sì i momenti difficili vissuti, le vittime, l'impegno degli operatori sanitari, le difficoltà di imprese, commercianti e lavoratori, le perdite umane, ma cercando di indicare una rotta, quella che deve portare il Paese alla rinascita, che non può che partire, come ha più volte ripetuto, dal senso di comunità, dai principi e valori fondanti della carta costituzionale. "Sono fiero del mio Paese" aveva detto dal Colle, in occasione della festa della Repubblica, simbolicamente lo aveva mostrato salendo al milite ignoto in un'immagine storica, era il 25 aprile. Poca politica e molto Paese nel messaggio. I più giovani e gli anziani tra i più colpiti, i più fragili, memoria e futuro di una società collante del presente. Inaccettabile dividersi ora, vale per la classe politica, vale per l'Europa, come più volte il Capo dello Stato ha richiamato. Unità morale innanzitutto, perché la crisi non è finita e per affrontarla serve coesione, rispetto delle regole e soprattutto solidarietà. Quell'Italia migliore che viene fuori a dispetto dell'odio sui social, come nel caso dell'infermiera Claudia, prima a vaccinarsi e travolta da messaggi attacchi. Quell'Italia che non lascia nessuno indietro, quella dei 36 eroi civili premiati dal Quirinale. Solidarietà e speranza, vera anima di una comunità. Questo il Presidente rilancerà come messaggio di fiducia.