Le audizioni, e poi le decisioni. La manovra entra nel vivo del suo percorso parlamentare, con una settimana fatta di ascolto. Si comincia con sindacati e organizzazioni, per passare poi a Banca d'Italia, ISTAT, INPS e l'Ufficio Parlamentare di Bilancio. A tirare le fila, giovedì, sarà il Ministro dell'Economia Giorgetti di fronte le Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Martedì poi a Palazzo Chigi saranno ricevuti i sindacati. Anche quelli, CGIL e UIL che hanno già proclamato lo sciopero generale per il prossimo 29 novembre. Da Palazzo Chigi parlando di pregiudizio. I sindacati ribattono che ha poco senso essere ricevuti a cose fatte. Quel che è certo è che dalle stanze del Governo è partito un messaggio chiaro alla maggioranza: ci sarà poco, pochissimo spazio per cambiare la manovra. Il Vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani parla di un testo serio ed equilibrato. Il suo partito però punta a delle modifiche sostanziali, per esempio sulla riapertura del concordato fiscale e sulla riscrittura della norma per tassare i giganti del web. Le opposizioni preparano la battaglia degli emendamenti, sottolineando l'iniquità di una legge di bilancio che spende, male, i pochi soldi a disposizione. Come dimostra la questione Sanità. Per PD e gli altri, i tagli che sono stati inseriti in manovra costringono di fatto i cittadini a scegliere la Sanità privata. Quelli che possono permetterselo, sottolineano. Perché milioni di italiani ormai, è la denuncia dei partiti che si oppongono al Governo, rinunciano a curarsi. E su questo promettono, in Aula e in piazza, sarà battaglia.