Sono state le audizioni sul piano strutturale di bilancio in Parlamento a portare una doccia fredda sulle stime del Governo riguardo alla crescita e alle possibilità di movimento con la manovra economica. Di sacrifici necessari aveva già parlato il Ministro dell'Economia Giorgetti, ridimensionando poi la questione a seguito delle reazioni degli stessi alleati di Governo. Adesso però c'è la Banca d'Italia che dice che il PIL nel 2024 non arriverà all'1% ma si fermerà allo 0,8%, e avverte anche che rendendo strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro si metterebbe a rischio l'equilibrio sulle pensioni, altro capitolo più che delicato visto che il Governo addirittura parlava di alzarle. E poi c'è l'ISTAT, che certifica come l'Italia sia tornata a una crescita stazionaria. È vero che almeno i dati sui conti pubblici indicano un miglioramento ma questa situazione rende evidente che sarà più complicato trovare risorse per la manovra. Dei circa 25 miliardi che servirebbero va ricordato che in cassa ce ne sono giusto 12, mentre ancora c'è tutto da decidere riguardo alle varie ricette possibili, che vanno da una spending review su Ministeri ed enti locali a una revisione di Ires e agevolazioni, fino a nuove dismissioni e contributi chiesti alle grandi imprese e ai big del web. Temi, questi ultimi, comunque di discussione anche all'interno della stessa maggioranza. Nel frattempo i comuni già avvertono: che non si pensasse di chiedere a loro contributi perché sarebbe troppo gravoso. L'attesa è tutta, a questo punto, per l'ultima audizione sul piano strutturale di bilancio, quella di Giorgetti nelle prossime ore.