Il caso Bari, con gli ultimi arresti, riapre lo scontro nel centrosinistra, che si fa particolarmente acceso dopo le parole di Conte che, di fatto, a pochissimi giorni dalle primarie, chiama fuori il MoVimento 5 Stelle, provocando la durissima reazione del resto della coalizione, PD in testa. "Alla prima inchiesta giudiziaria se ne aggiunge, oggi, una seconda inchiesta in cui è coinvolto, ovviamente, il voto di scambio, l'inquinamento del voto. Cose che noi stiamo denunciando da tempo. Per il MoVimento 5 Stelle non ci sono le condizioni per svolgere serenamente le primarie, riteniamo che il candidato, le ragioni che ci hanno spinto ad appoggiare il candidato Laforgia permangano immutate, anzi si rafforzano". Immediata la nota del Nazareno che definisce incomprensibile la decisione di Conte e lo invita ad avere rispetto per la città di Bari e a non pensare di poter dare lezioni di morale, mentre si moltiplicano le reazioni indignate di esponenti, come Serracchiani che parla di scelta gravissima o Boccia che rilancia le primarie e la scelta del PD di sostenere Leccese, appoggiato anche dal resto del centrosinistra, a parte Sinistra Italiana che convergerà su Laforgia. Contro Conte si schiera anche Italia Viva con Boschi che si chiede perché allora non lasci anche la giunta Emiliano, coinvolta nell'inchiesta, e Renzi che attacca Conte: è una banderuola, lasci le primarie ma non la poltrona. Tutto il centrodestra, nel frattempo, sottolinea il tema della corruzione elettorale. E mentre Forza Italia, pur dicendosi garantista, parla di evidente gestione clientelare, così come fa Fratelli d'Italia, dalla Lega Salvini taglia corto: Bari non lo merita.