L'inquietudine della dirigente azzurra che non intende morire sovranista e lancia segnali di apertura a quelli che sono bollati come avversari politici, non piace a Silvio Berlusconi che incalza: "Mara Carfagna decida se restare o andare via". Un aut aut che arriva a poche ore dalla staffetta, sullo stesso palco dell'inchiesta festival tra la vicepresidente della camera e Matteo Renzi, che a distanza si sono scambiati garbati messaggi su scenari futuri. Se l'attuale assetto di Governo dovesse franare, ma a Sky Tg24 l'azzurro Antonio Tajani ribadisce che le sirene renziane devono interrompere il loro canto seducente. Io ritengo che il movimento dell'onorevole, del senatore Renzi, sia un movimento alternativo al nostro, per tutte le scelte politiche fatte anche in passato. Fare un accordo con Renzi, secondo me, è un accordo scellerato, cambiare casacca non porta mai bene e nella storia è così, magari se arriva qualche deputato, ma non arrivano i voti. Uno stop è scattato dopo la sortita della Carfagna, che pur ribadendo che il centrodestra resta la sua casa, non esclude a priori che le strade con il senatore fiorentino possano incrociarsi a patto che Italia Viva dia il benservito al governo Conte. "Se Renzi dichiarasse di non voler sostenere più il Governo di sinistra, ma di avere altre ambizioni, Forza Italia Viva potrebbe essere una suggestione", esclama. Un'apertura che Renzi non si fa sfuggire, facendo sapere di lasciare la porta aperta a Carfagna e a qualunque altro dirigente di Forza Italia che voglia traslocare, lasciando intendere che lo shopping parlamentare è già in corso. Chi non si cura degli equilibri del centrodestra e va avanti come una ruspa è Matteo Salvini, che da Carpi, durante un comizio in vista delle elezioni regionali in Emilia Romagna, proclama: "il 26 gennaio ci sarà la seconda caduta del muro di Berlino e vi assicuro che torniamo al Governo".