Bisognerà aspettare il 13 marzo per l’arrivo in Aula a Montecitorio della legge sul testamento biologico. A ridosso del suicidio assistito di dj Fabo, sono questi i tempi decisi dai Capigruppo. E il tesoriere dell’Associazione “Luca Coscioni”, Marco Cappato, che si è autodenunciato per aver accompagnato il quarantenne nel suo ultimo viaggio a Zurigo e che ora è finito nel registro degli indagati, non si fida del calendario deciso dai partiti. “Il biotestamento, la legge, approderà in Aula il 13 marzo. Ieri mi avevano detto che era già deciso che sarebbe approdata il 6 marzo. Quindi, significa che in ventiquattr’ore si è presa già una settimana in più, una settimana in più di ritardo”. Il pressing dell’associazione, legata al Partito Radicale, vede un Parlamento diviso trasversalmente con laici e cattolici di tutti i partiti su barricate diverse. L’obiettivo è approvare una legge sul biotestamento che contenga le dichiarazioni anticipate di trattamento, in cui il paziente in condizioni di lucidità mentale definisca le modalità con cui vorrà essere curato in caso di incoscienza, con la possibilità di rifiutare le cure per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti. Ma il percorso del biotestamento è stato sempre bloccato dal fuoco di sbarramento del fronte cattolico, contrario a una regolamentazione del fine vita. La maggioranza è spaccata, con il PD pronto ad approvare il testamento biologico e i cattolici di Area Popolare che non nascondono perplessità sulla dichiarazione anticipata di trattamento. Se nell’opposizione il Movimento 5 Stelle è favorevole alla legge, sono molte le resistenze della Lega e di Forza Italia, contro quello che i critici, dopo la morte di dj Fabo, bollano come suicidio di Stato. Sullo sfondo resta il dibattito sulla regolamentazione dell’eutanasia: sei proposte di legge, che trovano però ostacoli da parte di un ampio schieramento parlamentare.