Quattro alluvioni devastanti in meno di un anno e mezzo hanno sconvolto l'Emilia Romagna e reso prioritaria la salvaguardia del territorio. Secondo una ricerca di Adnkronos e Agenzia Social Data sui temi più dibattuti nelle conversazioni web e social, 3,7 milioni di discussioni e 283 milioni di interazioni analizzate da marzo a ottobre di quest'anno, la sicurezza dell'ambiente è considerata fondamentale dai cittadini emiliano-romagnoli. 18 le vittime in Emilia Romagna, 8 miliardi e mezzo i danni certificati all'Unione Europea per le due alluvioni del maggio 2023, mentre la conta dei danni delle inondazioni di settembre-ottobre scorsi è ancora in corso. Marcello Bonvicini è presidente di Confagricoltura Emilia Romagna. "Certamente si può mettere in sicurezza il territorio. Lo si può fare. Servono delle ingenti risorse. Io mi auguro che sia il Governo centrale che la Regione provvedano. Noi ribadiamo con forza la necessità di un'analisi geofisica dei torrenti e dei fiumi, magari allargarla anche ai rii e ai cavi, proprio per vedere e verificare la debolezza e dove intervenire. Successivamente chiediamo una manutenzione programmata, seria, sia ordinaria che straordinaria. Poi chiediamo l'eradicazione degli animali fossori, che creano dei problemi. Poi ci mettiamo a disposizione con le nostre aziende agricole per risolvere il problema, in quelle aree, dove non si può costruire le casse di espansione per allagamenti programmati, definiti". La sicurezza è al primo posto nella percezione negativa, seguita dai trasporti, problema sentito soprattutto a Bologna, e dal costo dell'energia, la questione economia, con le difficoltà del lavoro, diritti dei lavoratori e crisi occupazionale. In diverse province della Regione, molto sentito il tema sanità, le criticità legate alla carenza di personale medico e infermieristico incidono sui servizi ospedalieri, malgrado per la sanità pubblica, secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe, l'Emilia Romagna sia la migliore Regione d'Italia. Antonella Rodigliano è segretaria raegionale del Nursind, il sindacato autonomo degli infermieri. "In Emilia Romagna mancano circa 6.000 infermieri di cui 4.217 sul territorio. Quando parliamo di territorio, parliamo di casa della salute e di infermiere di famiglia. Tra 5-6 anni rischiamo di non avere più infermieri per dare sanità all'interno delle nostre aziende e anche sul territorio. Rendere attrattiva la sanità, significa investire nelle università, investire nelle aziende, aumentare gli stipendi. Molta gente rifiuta di lavorare a Bologna, e non solo, ma in molte città dell'Emilia Romagna, perché non riesce a trovare casa. Quindi il problema dell'affitto è un problema centrale". Da decenni poi si parla delle grandi opere, come il Passante di Bologna o la Modena-Sassuolo. Fondamentali, secondo chi le sostiene, per favorire la mobilità in snodi importanti non soltanto per l'Emilia Romagna, ma per tutto il Paese.