Giudizio positivo delle categorie produttive sui primi provvedimenti del Governo Meloni contro il caro energia, ma sul lavoro gli interventi da fare sono ancora molti. Secondo il Presidente di Confindustria in un momento tanto difficile per famiglie e imprese è doveroso intervenire sul costo del lavoro. "Serve una politica industriale", afferma Carlo Bonomi, "Una riforma organica che parta dal taglio di 5 punti del cuneo fiscale così da recuperare 16 miliardi, da destinare a coloro che guadagnano meno di 35000 euro l'anno". Alzare la soglia dei Fringe Benefit, come previsto dal Decreto Aiuti quater, non risolve. Necessario un intervento strutturale. Anche il Segretario della CGIL, Maurizio Landini, si mostra scettico sui benefit aziendali. Sia perché nel nostro Paese solo una parte dei lavoratori ne usufruisce ma anche perché non sempre vengono equamente distribuiti. La risposta arriva dal Governo, "Non si può fare tutto e subito" afferma il Ministro per le Imprese del Made in Italy, ma la rotta da tracciare è chiara: "Il taglio del cuneo ci sarà e sarà per 2/3 a favore dei lavoratori, per 1/3 per l'azienda. La prossima legge di bilancio sarà un importante banco di prova. Continua a animar lo scontro politico in maniera del tutto trasversale, la rimodulazione del super bonus edilizia al 110, che scende al 90% e che avrà vincoli temporali e legati ai redditi. Dall'opposizione attaccano i 5 Stelle che rivendicano l'utilità della misura e accusano Giorgia Meloni di rompere un patto con le famiglie e imprese, danneggiando di fatto chi aveva già programmato investimenti. Ma mal di pancia ci sono anche all'interno della maggioranza. Licia Ronzulli, Capogruppo in Senato di Forza Italia, conferma perplessità sui tempi e annuncia un emendamento in Parlamento per spostare di almeno un mese le modifiche alle norme.























