Numeri che spaventano. Usa proprio queste parole Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria, per spiegare i possibili effetti della guerra in Ucraina sull'economia italiana. A pochi giorni dall'arrivo del DEF, il Documento del Governo che contiene le stime sull'andamento delle Finanze pubbliche e dell'Economia nazionale, Confindustria annuncia la grande frenata. "Lo scenario che ci ha presentato il Centro Studi oggi delinea una crescita ben al di sotto della stima, pensavamo di crescere del 4% ma se dovessero perdurare queste condizioni per ulteriori tre mesi la crescita sarà solo dell'1,9%. Tenuto conto dell'effetto trascinamento positivo del rimbalzo dell'economia dell'anno scorso vorrebbe dire che nei primi due trimestri saremo in recessione tecnica." Confindustria denuncia una situazione ormai al limite, è un vero e proprio grido di allarme che da mesi, dice Bonomi, il Governo non ascolta. Gli aumenti dei prezzi non possono più essere assorbiti dalle aziende e rischiano di arrivare a valanga sui consumatori, la bolletta energetica del 2019 era di 8 miliardi quest'anno è stimata 68 miliardi per questo, dice Bonomi, servono misure nette e strutturali. "Ha chiesto il tetto al prezzo del gas, se non si fa a livello europeo l'Italia lo deve fare?" "Sì, senza dubbio, noi abbiamo chiesto un'operazione trasparenza, il decreto ha dato all'ARERA la possibilità di verifica dei contratti, faccia un'operazione trasparenza, chi importa gas deve dichiarare a che prezzo lo importa, dobbiamo evitare le speculazioni perché le stanno pagando le imprese e le famiglie." Continuare sulla strada delle riforme a cominciare da quella del fisco e del taglio del cuneo contributivo, chiede Confindustria al Governo, che spinge anche ad una riflessione sugli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, così com'è, dicono da via dell'Astronomia, non è più uno strumento capace di generare crescita dunque proseguire su quella strada ma cambiare decisamente marcia.























