Ora che Beppe Grillo ha chiesto ai suoi il silenzio stampa su Roma, a parlare ci pensa Virginia Raggi. La sindaca rivendica le sue scelte, malgrado l’ultimo forfait di Salvatore Tutino, che ha rinunciato a diventare il pretoriano dei conti capitolini per non entrare nel tritacarne a 5 Stelle. E la revoca ufficiale, arrivata solo ieri, di Raffaele De Dominicis fa sapere che, in settimana, le deleghe al bilancio e alle partecipate, che ora tiene per sé, avranno nuovi gestori. “Abbiamo una Ragioneria che funziona benissimo”, assicura. Anche se lei non vuole sentire parlare di quote rosa per la sua Giunta, che bolla come discriminatorie e offensive per le donne. “Io non assicuro nulla. Ancora con le quote rosa? Io punto sulla qualità”, avverte. La prima cittadina non si fa distrarre dal teatrino dell’informazione e dice: “Mi concentro molto sul lavoro, su quello che c’è da fare. Guardo poco la televisione e leggo poco i giornali, perché ho poco tempo”. “Con i miei assessori e consiglieri stiamo andando avanti in maniera molto precisa”, aggiunge. In suo soccorso arriva anche Luigi Di Maio. “La Giunta sta lavorando e in ogni caso l’assessore al bilancio, come ha detto oggi il vicesindaco, prevedeva più nomi. Quindi, Tutino era uno dei nomi”. Nelle prossime ore verrà votata la mozione nell’Aula Giulio Cesare che dovrebbe mettere una pietra tombale sulle Olimpiadi di Roma 2024 e serrare le fila del Movimento 5 Stelle, che sul Campidoglio ha sprigionato veleni, che ora il capo vuole silenziare.