Guerre, povertà, lavoro, discriminazioni femminili. Temi caldissimi che si rincorrono nel discorso che tiene il Presidente dei Vescovi italiani, il Cardinale di Bologna Matteo Zuppi, all'apertura dei lavori del Consiglio permanente della CEI. La pace è quello di cui l'umanità ha più bisogno, esordisce, citando sia la guerra tra Ucraina e Russia, per il quale il Papa gli ha dato l'incarico di Messaggero di Dialogo, sia quella tra Israele e Palestina, sia ai tanti conflitti in corso nel mondo. "Il rumore delle armi continua ad assordarci, il male della guerra si allarga, la società è come assuefatta al dolore e chi parla di pace è come se gridasse nel deserto. Questo vuol dire che dobbiamo rassegnarci? Mai". Tempi difficili e Zuppi segnala l'impasse dell'ONU e la difficoltà di coesione e capacità di azione dell'Unione Europea. E quando parla della situazione italiana cita spaesamento e una realtà resa così opaca dall'incertezza da spingere alla rassegnazione. "C'è una cronicizzazione della povertà come rilevano tutti gli operatori di carità. Lo si nota dall'accesso ai beni fondamentali come il cibo, i servizi sanitari, le medicine, l'istruzione e soprattutto quella superiore. Il malessere dei poveri che crea sacche di pericolosa depressione deriva anche dalla consapevolezza che non c'è più un ascensore sociale che consenta di sognare un miglioramento". Il lavoro, dice, è mal retribuito e non è ammissibile che le donne, a parità di mansioni, ancora abbiano una retribuzione inferiore a quella degli uomini. Per questo, conclude il Cardinale, la Chiesa pur nelle differenze dei ruoli deve ricordare a chi governa quali sono le priorità per il bene di tutti.