Dall'Europa all'Italia. Il manifesto delle destre sovraniste europee firmato anche da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, come tra gli altri da Orbán e Le Pen, diventa un caso che anima la maggioranza di governo. Perché la richiesta mossa da 16 partiti di diverse nazioni, è di fatto quella di un'Europa diversa, lontana da quelli che considerano una pericolosa tendenza e pure un monopoli ideologico. Un testo dai contorni neanche troppo velatamente anti europeisti, che a casa nostra muove la reazione secca, soprattutto del Partito Democratico. "É un documento, firmato anche da Salvini e da Meloni, che cambia molto lo scenario europeo. Ma è un documento che cambia anche lo scenario italiano. E sul quale voglio dire una cosa molto chiara e molto netta: non è possibile sottoscrivere quel documento e sostenere il governo europeista di Mario Draghi. C'è una contraddizione in termini. chiara, evidente e netta". Un'uscita contro cui si fanno sentire i vertici leghisti, "visto che Draghi lo sta smentendo su tutto, Letta ne tragga le conseguenze e se vuole esca dal Governo". "L'agenda del Governo Draghi è l'agenda del Pd, non si può dire lo stesso della Lega" ribattono i Dem. Ma Salvini tiene il punto: "Siamo in democrazia e quindi avere un grande polo europeo, alternativo alla sinistra, ai socialisti, agli statalisti, a quelli che riempirebbero di immigrati ogni buco d'Italia e d'Europa, è un mio dovere. Quindi ragiono in democrazia, con chiunque sostenga questi progetti". E se in casa Carroccio pesa il silenzio di Giorgetti, da tempo su posizioni diverse rispetto al leader in materia di Europa, minimizza e smentisce frizioni lo stesso Salvini, che invece rilancia sulle questioni interne e assicura che martedì prossimo, il centrodestra chiuderà la partita delle candidature per le prossime amministrative.