Denuncia il Governo italiano Lam Magok, 32 anni, che racconta di essere stato testimone diretto delle torture del generale libico Osama Almasri, l'uomo accusato di crimini contro l'umanità dalla Corte Penale Internazionale de l'Aja. Si tratta della seconda denuncia, dopo quella dell'avvocato Li Gotti, legata all'arresto in Italia e poi alla liberazione e rimpatrio a bordo di un aereo dei servizi segreti italiani di Almasri. Nell'atto presentato alla Procura di Roma, l'ex detenuto nella prigione di Mitiga a Tripoli, originario del Sud Sudan, dichiara di essere rimasto vittima due volte. La prima sostiene perché non ha ottenuto giustizia dallo Stato italiano mentre cercava protezione e la seconda perché è stato testimone di atrocità e orrori nell'inferno delle prigioni libiche gestite da Almasri. Le accuse contro il Governo sono di favoreggiamento per le condotte dei Ministri della Giustizia e dell'Interno Nordio e Piantedosi e della premier Giorgia Meloni, ha affermato Magok, che ritiene che l'Italia avesse avuto la possibilità di consegnare alla giustizia Almasri quando l'uomo è stato arrestato su suolo italiano su mandato dell'Interpol. Secondo il suo avvocato Francesco Romeo, il Ministro della Giustizia Nordio avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte Penale Internazionale, mentre il decreto di espulsione firmato dal Ministro dell'Interno con l'immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all'arresto e di ritornare così nel suo paese di origine. Lo stesso Magok, assieme ad altri testimoni, era stato recentemente protagonista di una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, organizzata dai partiti di opposizione. Sulla vicenda il Governo ha da subito respinto ogni responsabilità in merito al mancato arresto, rivendicando invece il rimpatrio per questioni di sicurezza nazionale. .