Due pareri, in due direzioni differenti. Ed ora se Alfredo Cospito rimarrà al 41-bis diventa una decisione tutta della politica. Il dossier è sulla scrivania del guardasigilli, Carlo Nordio. Intanto la Cassazione ha anticipato dal 20 aprile al prossimo 24 febbraio il verdetto sul ricorso dei legali di Cospito a causa delle condizioni di salute dell'esponente anarchico in veloce peggioramento. Il Ministero di Giustizia ha acquisito i due pareri necessari alla formazione della decisione. Il Procuratore capo di Torino, Francesco Saluzzo, ha detto no alla revoca del carcere duro per Cospito. La Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, sebbene ritenga fondata la decisione del 5 maggio 2022 di metterlo al 41-bis, opta per una conclusione aperta. Alfredo Cospito può restare al 41-bis oppure tornare al regime di alta sicurezza, con tutte le dovute cautele. La decisione, insomma, è in capo al governo. Giorgia Meloni sul punto è durissima: "Se stabilissi il principio che chiunque sta al 41-bis fa lo sciopero della fame e io lo tolgo dal 41-bis, noi", ha continuato, "domani quanti mafiosi avremmo che fanno lo sciopero della fame? Come abbiamo sempre detto lo Stato", ha chiosato la Presidente del Consiglio, "non tratta con la mafia e non tratta neanche con il terrorismo". Sullo sfondo rimane la polemica politica nata dalle parole di Donzelli in aula. Su questo interviene il guardasigilli Nordio: "Il documento citato dall'esponente di Fratelli d'Italia", dice, "non è coperto da segreto". Ma il PD insiste per le dimissioni e chiede l'istituzione di un giurì d'onore a Montecitorio, che valuti se le parole del responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia siano state una offesa. A presiedere l'organismo dovrebbe essere il vicepresidente del Movimento 5 Stelle Sergio Costa.