Numeri, date e documenti, Giuseppe Conte usa tutte le armi a sua disposizione per ribadire, nell’informativa alla Camera, che l'incarico ricevuto dalla società Fiber arrivò ad inizio Maggio, prima che lui sapesse di dover diventare Presidente del Consiglio. La consulenza riguardava la possibilità di appellarsi al Governo, perché esercitasse la Golden Power nei confronti della società Retelit. Il Governo che poi decise su quella vicenda era quello presieduto proprio da Giuseppe Conte, che si astenne. “Non ero, dunque, a conoscenza né ero tenuto a conoscere che tra gli investitori vi fosse il signor Raffaele Mincione o che parte degli investimenti risalissero, come è stato ipotizzato da alcuni organi di stampa, alle finanze vaticane”. Una correttezza sancita, sottolinea il Presidente del Consiglio, anche dal Garante della Concorrenza, come si può vedere dallo scambio intercorso tra la Presidenza e l’Authority. L'informativa è arrivata su richiesta della Lega di Salvini che, rivela Conte, era colui che presiedeva quei Consigli dei Ministri in cui il Governo decise di usare la Golden Power su questo caso. In aula, dopo le parole di Conte, va in scena l'ennesima bagarre tra ex alleati, con Lega e Movimento 5 Stelle, a scambiarsi accuse. La Lega di Salvini grida in aula “Elezioni, elezioni”. Il Movimento 5 stelle rimarca che Conte in aula a riferire c’è stato, a differenza di Salvini che su Savoini ed il Russiagate ha lasciato vuoto il banco del Governo.