L'Italia per Ilaria Salis non può fare di più. È questa la posizione espressa dai Ministri di Giustizia ed Estrei al padre della 39enne detenuta da un anno in Ungheria in condizioni denunciate come disumane. "Siamo stati lasciati soli." è l'accusa dell'uomo nei confronti del Governo. Gli avvocati di Salis avevano chiesto a Tajani e Nordio di fare pressione perché l'Ungheria conceda a Salis gli arresti domiciliari in Italia o in ambasciata a Budapest. Il Governo avrebbe dovuto fornire all'Ungheria un documento di garanzia sul fatto che a Salis sarebbero state applicate le misure cautelari in Italia. Risposta negativa da parte dei ministri, per queste opzioni esistono impedimenti giuridici e fare pressione sul l'Ungheria sarebbe irrituale è irricevibile. I principi di sovranità giurisdizionale di uno Stato impediscono ogni interferenza nella conduzione del processo, scrivono Tajani è Nordio in una nota. È assurdo che queste situazioni avvengano sulla pelle dei cittadini italiani senza che chi può fare qualcosa e deve protestare lo faccia, dice il padre di Salis. I ministri hanno chiesto poi agli avvocati di Salis di insistere per chiedere gli arresti domiciliari in Ungheria, solo così si potrebbe tentare di chiedere il trasferimento in Italia. Ma le autorità ungheresi hanno già respinto tre volte la richiesta, sostenendo che esista un pericolo di fuga. Al di là delle questioni giuridiche, la speranza di molti era che Meloni intervenisse con pressioni politiche sul Primo Ministro amico Viktor Orban, anche alla luce del faccia a faccia tra i due a margine dell'ultimo Consiglio Europeo di una settimana fa. Una possibilità che sembra al momento esclusa. In un botta e risposta con la leader del PD Schlein, che accusa il Governo di ritardi nel gestire il caso e ambiguità con Orban, Meloni risponde: "Non so cosa intenda Schlein per grave ritardo, ma sei più brava di noi saprà sicuramente cosa fare." Si dimentica che al Governo c'è lei, è la risposta di Schelin.