"Sul merito dei fatti sono serena, sulla forma non sono un'esperta e a questo provvederanno i professionisti". Alessandra Todde parla del terremoto politico in Sardegna dopo che le verifiche effettuate dal Collegio Regionale di Garanzia Elettorale della Corte di Appello di Cagliari hanno portato nei suoi confronti ad una ingiunzione per l'avvio della procedura di decadenza dalla carica di Consigliere Regionale e quindi di Presidente, contestando gravi irregolarità nel rendiconto delle spese elettorali del 2024. "Un atto amministrativo che non ha valore esecutivo" spiega la Todde, affermando di restare dunque nei suoi pieni poteri di Presidente della Regione. E mentre i legali della governatrice studiano gli strumenti giuridici più idonei per contestare il provvedimento sono diversi gli scenari che si aprono sulla vicenda senza precedenti nella storia dell'Autonomia e che fa quindi prevedere tempi lunghi per la sua definizione. Dall'esame delle spese sono sette i punti contestati dal Collegio di Garanzia Elettorale che ha disposto la trasmissione dell'ordinanza anche alla Procura della Repubblica. Si prevede un passaggio in Giunta delle elezioni, poi che la questione venga discussa in una seduta dell'aula convocata dal Presidente. L'eventuale decadenza della Todde comporterebbe lo scioglimento del Consiglio Regionale e la convocazione di nuove elezioni entro 90 giorni con la gestione transitoria affidata al Vicepresidente della Regione Giuseppe Meloni, tra gli esponenti locali del PD. La Todde, che ha annunciato ricorso, ha ottenuto la solidarietà sia di Giuseppe Conte che di Elly Shlein anche se dietro il sostegno pubblico nel Partito Democratico c'è già chi accusa i 5 Stelle di sciatteria e inesperienza.