La fuga del russo è un caso politico che agita i rapporti fra Ministro e Magistratura. Il Guardasigilli Nordio, che incolpa i giudici di non aver valutato il pericolo di fuga per Artiom Uss, ha avviato un procedimento disciplinare per grave e inescusabile negligenza verso tre toghe che hanno autorizzato gli arresti domiciliari nei confronti dell'imprenditore russo, accusato di spionaggio, fuggito il 22 marzo scorso e rientrato nel suo Paese. Un'iniziativa, quella del Ministro della Giustizia, che viene definita intimidatoria dalla stessa Associazione Nazionale Magistrati e dalle varie correnti, nonchè dai penalisti milanesi. "Una pericolosa interferenza", è scritto in una nota. Artiom Uss aveva il braccialetto elettronico quando è scappato, anche grazie all'aiuto di complici, forse dei servizi segreti di Mosca secondo alcune ipotesi. A novembre 2022, quando gli fu sostituito il carcere coi domiciliari, gli Stati Uniti, dove doveva essere estradato per frode bancaria e contrabbando di petrolio verso Cina e Russia, avvisarono dell'alto rischio di fuga da parte dell'uomo. Ora, se i giudici saranno ritenuti colpevoli, l'ordinamento prevede sanzioni di diverse entità: ammonimento, sospensione dalle funzioni, nel caso peggiore ma più improbabile c'è anche la rimozione. Per la Magistratura Associata il Ministro non può valutare le decisioni dei giudici. Una facoltà, secondo la separazione dei poteri sancita dalla Costituzione, che spetta solo ad altri Magistrati. Il Ministro Carlo Nordio si appresta a riferire alla Camera sulla vicenda con un'informativa urgente.