"La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando. Io sono un po' come Cecilia, aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo. Quello che potrò fare per parte mia lo farò sicuramente loro stanno facendo il loro". Al termine del vertice a Palazzo Chigi sul caso Sala, la madre della giornalista ricevuta da Giorgia Meloni esce e parla di questo colloquio, di come ognuno stia cercando di fare il suo delle condizioni della figlia per quanto ha potuto sapere, capire. "Si chiede, si fa e si combatte per ottenere rispetto. Capire no, mi spiace. Magari capire. La premier ha fatto un salto di qualità dalle rassicurazioni comprensibili che ricevo che ricevo sempre; è stata più precisa e più puntuale ed è questo che io volevo e questo ho avuto". Intanto, prima con la convocazione in mattinata alla Farnesina dell' Ambasciatore iraniano poi col vertice nel pomeriggio presieduto da Giorgia Meloni, l'esecutivo conferma la richiesta di immediata liberazione di Cecilia Sala, in attesa: quella di un trattamento rispettoso della dignità umana. Presente al vertice col presidente del Consiglio dei Ministri degli Esteri Tajani, della Giustizia Nordio, il Sottosegretario Mantovano, il consigliere diplomatico presidente Fabrizio Saggio. Dalle opposizioni, erano arrivate a gran voce richieste di un coinvolgimento, un primo passo e l'immediata disponibilità di Mantovano a riferire già nelle prossime ore in Parlamento al Copasir. E se il governo ribadisce nella sua nota per quanto riguarda il cittadino svizzero iraniano Abedini che ha tutti i detenuti è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali, le preoccupazioni della madre di Cecilia Sala sul trattamento riservato alla figlia sono ben diverse. "Però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha compiuto nulla devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita".