Tutta l'attenzione alla guerra, le conseguenze umane, economiche, il caro bollette, ma intanto Il Parlamento e tutta l'Amministrazione Pubblica deve correre o almeno dovrebbe farlo. Nel 2022 sono 100 le scadenze da rispettare, per ottenere da Bruxelles le risorse, oltre 24 miliardi entro giugno, del PNRR. Nei primi giorni di febbraio il Governo aveva tentato di imprimere un'accelerata ai Ministeri: senza risultati concreti, i soldi europei sono a rischio. Tutte quelle riforme per rendere moderno e competitivo il nostro Paese, rimandate per anni prima della pandemia, dovrebbe ora essere fatte in fretta. Non è così. Giustizia, fisco, concorrenza, appalti, i tempi si allungano nelle aule Parlamentari. A partire dalla delega fiscale. Obiettivo: efficienza del sistema delle imposte e riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione, semplificazione, progressività del sistema e contrasto all'evasione. Superato il nodo del catasto, il testo è ancora l'esame della Commissione Finanze della Camera e l'arrivo in aula, è rinviato di settimana in settimana. Manca ancora un'intesa tra le forze di maggioranza, a partire da: Irap, cashback fiscale, no tax area, flat tax, il capitolo più divisivo. In salita anche la riforma Cartabia del CSM: nonostante gli incontri, le distanze nella Commissione competente rimangono e si è deciso di rinviare all'11 aprile. Nel frattempo, lo stesso CSM ha bocciato il testo, lanciando un allarme sull'indipendenza dei magistrati. E poi c'è il tema urgente della riforma della concorrenza, di cui la liberalizzazione delle concessioni balneari, è solo una parte e la riforma del codice degli appalti pubblici, che andrà approvata entro giugno.























