Il tempo stringe ma le lancette del centrodestra sembrano ferme. Il nodo Sardegna è ancora lì, ogni giorno più presto, con il presidente uscente Christian Solinas candidato sostenuto dalla Lega e Paolo Truzzu sindaco di Cagliari sospinto da Fratelli d'Italia, nessuno dei due fa un passo indietro. "Noi auspichiamo il buon senso, siamo il primo partito della coalizione e questo significa che anche quando abbiamo dovuto fare un passo indietro all'interno della coalizione, voglio ricordare il passo indietro di Musumeci in Sicilia, lo abbiamo fatto in questo momento, il partito locale ci ha in qualche modo sollecitato ad un candidato che probabilmente avrebbe maggiore in qualche modo adesione da parte degli elettori e dei cittadini sardi e credo che da questo punto di vista è una motivazione da portare avanti." Tutti e due i contendenti attendono un segnale da Roma ma Meloni, Salvini e Tajani ancora non hanno trovato una quadra. Antonio Tajani leader di FI è sicuro che alla fine un accordo si troverà ma al contempo avverte. La ricandidatura di Vito Bardi in Basilicata non si tocca, questo perché ha fatto capire la Lega, se salta l'accordo in Sardegna salta ovunque. Nell'altra parte del campo Elly Schlein sta soppesando i pro e i contro di una sua eventuale candidatura come capolista alle prossime europee, tra i mugugni di una parte del PD che non vede di buon occhio la mossa. Conte, Calenda, MoVimento 5 Stelle e Azione hanno fatto già capire che non saranno in prima fila, Matteo Renzi d'Italia Viva invece sì, in attesa di sapere cosa farà la Presidente del Consiglio. "La Meloni farà le sue valutazioni, in questo caso Renzi ha fatto una scelta perché? Perché riteniamo di poter avanzare con lui delle proposte più forti e più autorevoli in Europa, noi abbiamo chiesto che ci sia una maggiore democrazia diretta, che i cittadini possano eleggere, scegliere il presidente della Commissione Europea, visto che ha un impatto così forte poi nelle scelte del nostro paese, siamo chiaramente per gli Stati Uniti d'Europa.".