"Lei perché non ha votato, se posso chiedere?" "Avevo da fare". Evidentemente erano in tanti a Cerignola ad avere altro da fare domenica. Nella città di Di Vittorio e Tatarella, alla fine, ai seggi sono andati poco più di quattro elettori su dieci. "Vent'anni che non vota, ma perchè?" "Perchè non mi pare giusto, tutte che le votazioni che fanno e poi non vengono rispettate, nulla viene rispettato." "Non mi fido di nessuno perché non c'è una persona di quelli là, da poter essere sicura a votarla." Più che la fiducia, secondo Pietro Fragasso, che qui a Cerignola dirige la Cooperativa Sociale Pietra di Scarto, a venir meno alla fine è stata la speranza. "Io continuo a pensare che per riuscire a portare la gente alle urne bisogna promuovere progetti politici che possano dare speranza, per esempio, a territori come questi che vivono costantemente l'esclusione, come dire, la marginalità come, o la mancanza di opportunità come quotidianità." Guai però a perdere la fiducia nella politica, ammonisce Don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana e attento osservatore di questa realtà così complessa. "La gente ha bisogno di vedere di scelte concrete, di azioni concrete nel nostro territorio che ha delle difficoltà che oramai sono strutturate, se pensiamo al lavoro nero, alla disoccupazione giovanile e il tasso di criminalità organizzata e non organizzata che è molto, molto alto." "Si può avere fiducia?" "Dobbiamo avere fiducia, la politica è la forma più alta della carità, quindi interessarsi della politica significa interessarsi alla nostra vita, vuol dire che abbiamo a cuore il nostro territorio e amiamo il nostro territorio che deve essere amministrato da persone che sentono la passione per il riscatto anche sociale del nostro territorio.".