Adesso basta. Due parole, tante persone, un solo messaggio: Siamo qui e non ce ne andiamo. Perché Piazza del Popolo raccoglie la rabbia dei sindacati di CGIL e UIL. La precettazione del Governo non ha fatto altro che rendere ancora più convinta la protesta. Il leader della CGIL Landini dal palco è categorico: "Io penso che questa giornata sia la risposta più bella, più forte, più intelligente, più ferma che potevamo dare a chi ha pensato di precettare e di mettere in discussione il diritto di sciopero. Vorrei dirlo con chiarezza perché questo è un vero e proprio attacco alla democrazia." Se non ora quando, dice dal palco il leader della UIL Pierpaolo Bombardieri, ora che i salari sono così bassi, che la gente non arriva più a fine mese, ora che il Governo ha messo in soffitta il salario minimo, ora che la manovra taglia su sanità, scuola, ambiente, in una parola sul futuro. "Una risposta democratica, delle persone che soffrono, che hanno pagato oggi per stare qui e in sei piazze nel centro Italia. Una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale." La piazza si infiamma quando Landini dal palco parla di lavoro e salario minimo. Tra le tante persone si nota l'assenza del leader del PD e Movimento 5 Stelle: Schlein e Conte, anche se ci sono esponenti dei due partiti, mentre in piazza ci sono Fratoianni e Bonelli. Landini attacca quelle che definisce porcherie del Governo: il condono, le sanatorie e la voglia di cambiare la costituzione da parte di chi, storicamente, quella Costituzione non ha contribuito a scriverla. La pancia piena della destra sul salario minimo. "Noi stiamo scioperando perchè vogliamo impedire che questo Paese venga portato allo sbando dal Governo. Noi difendiamo la Nazione, noi difendiamo l'interesse generale." Per tutte queste ragioni questa piazza precettata e arrabbiata non è la fine, ma l'inizio di un percorso di protesta che andrà avanti, dicono i sindacati, fin quando il Governo non ci ascolterà.