Fondi di emergenza, semplificazione della burocrazia, riduzione dei tempi e delle procedure per l'avvio dei lavori di ricostruzione, piano di prevenzione, sostegno alle imprese. Sono i pilastri sui quali si muove il nuovo Codice della Ricostruzione. "Noi stiamo mettendo su un modello unico appunto un Codice di Ricostruzione che debba valere per tutto il territorio nazionale e per ogni tipo di calamità." "Ci auguriamo di poterlo licenziare diciamo dalla Commissione Ambiente entro un mese." L'Aquila 2009, Emilia Romagna 2012, Amatrice 2016, Ischia 2017 e 22 alluvioni in Romagna 2023. Lo Stato spende 3 miliardi e mezzo l'anno per le ricostruzioni. "Per alcune ricostruzioni il Codice prevede la durata di 5 anni, per altri disastri un massimo di 10 anni. La prevenzione è quella per la quale noi italiani non siamo assolutamente fatti. Negli ultimi 20 anni abbiamo speso più di 200 miliardi di euro per la ricostruzione, ne sarebbero bastate la metà per poter mettere in sicurezza i territori." Il nuovo testo normativo prende le mosse dal lungo lavoro di armonizzazione fatto dalla struttura commissariale che si occupa del Centro Italia. "Bisogna curare che le case siano più sicure perché devono difendere persone e patrimonio edilizio dalla prossima scossa perché l'Italia ahimè è vulnerabile, deve essere un'occasione di innovazione." Un anno fa il maltempo colpì la Romagna allagando città e devastando l'Appennino. "Il primo focus quello sulla messa in sicurezza del territorio per il brevissimo e il medio termine è stato tutto per perimetrato e finanziato e direi che tantissimi sono i cantieri terminati e molti di più sono quelli in atto e che ci saranno nei prossimi mesi.".























