Un lungo e cordiale colloquio al Quirinale per parlare della stringente attualità politica, che in questi ultimi giorni significa codice degli appalti e PNRR. E secondo indiscrezioni, proprio su questi argomenti, si sarebbe soffermato Sergio Mattarella nel suo incontro con Giorgia Meloni. Con il Capo dello Stato che avrebbe insistito nella trattativa per la modifica del PNRR sulla necessità di un dialogo lineare con la Commissione Europea. E sul nuovo codice degli appalti avrebbe espresso la preoccupazione per i rischi di infiltrazioni criminali. La premier, nel suo format "Gli appunti di Giorgia", ha difeso il restyling del codice degli appalti, a 24 ore dallo scontro frontale, poi rientrato, tra la Lega e il presidente dell'Anac, Giuseppe Busia. "La finalità della riforma è banale. Fare le opere. Farle bene. Farle in tempi accettabili, combattendo ovviamente sempre le ruberie ma senza bloccare all'infinito quello che c'è da fare e va fatto. La soglia degli affidamenti diretti a 150 mila euro è stata portata a questo livello dal governo Conte 2, Movimento 5 Stelle-PD". Meloni se la prende anche con chi accusa l'esecutivo di aver fatto condoni fiscali. "L'opposizione dice che noi abbiamo introdotto un condono tributario penale, perché noi i condoni non ne facciamo. Vorrei dire che questo è banalmente falso". Sia il Movimento 5 Stelle che il PD non nascondono la loro preoccupazione per i possibili effetti del nuovo codice sugli appalti e per i ritardi sul PNRR. "Membri del governo hanno dichiarato - beh, se qualche progetto viene meno ce ne faremo una ragione -. Ma anche un euro in meno...nessuno se ne fa una ragione. Perché non ricapiterà mai più". "Come sempre la destra fa propaganda. Sulla velocità sono tutti d'accordo poi però non si dice perché i tempi sono così lunghi in Italia. Quasi tutte le opere pubbliche, stiamo parlando delle gare d'appalto, finiscono al cosiddetto terzo tempo. E il terzo tempo coincide con i tribunali".