A Bari, alla fine, è come se avessero votato due città diverse: quella che ha riempito le urne per le europee di voti pentastellati e leghisti (messi assieme arrivano al 50%) e quella che ha decretato il trionfo del sindaco uscente di centrosinistra Antonio Decaro, proiettato, da questa vera e propria transumanza di voti, oltre il 66%. “La mattina, quando abbiamo visto i dati delle europee, in tanti mi hanno detto che ci voleva un miracolo per vincere, non per vincere al primo turno. In realtà il risultato delle amministrative dimostra che non è un miracolo se un'amministrazione lavora negli interessi della propria comunità, non è un miracolo se qualcuno magari abbandona per cinque anni slogan, demagogia e si mette a risolvere i problemi cittadini. E non è stato nemmeno un miracolo che i baresi mi hanno chiamato “Antonio” in questi cinque anni, nessuno mi chiama “sindaco”. Vuol dire che è caduto proprio il muro che normalmente separa la politica, le amministrazioni dai cittadini”. A Lecce si ferma a 50,87%, ma basta e avanza per evitare il ballottaggio, Carlo Salvemini, anche lui sindaco uscente, anche lui di centrosinistra, per la gioia del Governatore Michele Emiliano che ieri ha fatto la spola tra le due città per abbracciare i vincitori e che ora sogna una vittoria anche a Foggia, dove Giuseppe Cavaliere è riuscito a portare al ballottaggio il sindaco uscente Franco Landella.