"C'è in gioco l'anima dell'Europa e per salvarla bisogna abbattere la destra". È questo il pensiero. Il filo che unisce tutte le anime, i volti, le storie del Partito Socialista Europeo riunite a Roma per il congresso che lancia la campagna elettorale per le elezioni del prossimo giugno. Viene adottato il manifesto. Viene scelto come spietzencandidate, candidato unitario alla presidenza della Commissione Europea, Nicholas Schmit, 70 anni, lussemburghese, che dal palco elogia Mattarella per le parole sugli scontri di Pisa, indica Elly Schlein e dopo la vittoria in Sardegna esclama in italiano "il vento sta cambiando". La Schlein ringrazia, poi sul palco da fiato alla speranza delle sinistre europee. "Vediamo una finestra di cambiamento che inizia ad aprirsi sul Paese. Vediamo che l'alternativa esiste. Tra 10 giorni si voterà anche in Abruzzo, altra regione importante. Da qui voglio esprimere tutto il nostro sostegno al candidato Luciano D'Amico". "Mai alleati con la destra", questo è il concetto che viene ribadito dai vari leader. La Schlein attacca il Ppe, chiedendo da che parte sta e per spiegare il perché guarda all'Italia. "Loro sono quelli che bloccano il salario minimo. Noi ci battiamo contro il lavoro precario e loro sono quelli che lo aumentano. Noi ci battiamo per la sanità pubblica mentre loro la smantellano. Noi ci battiamo perché ciascun bambino e bambina abbia diritto ad un'istruzione di qualità. E non ci battiamo per i diritti e il diritto ad amare chi ti pare mentre loro negano l'anagrafe ai figli alle figlie delle coppie omogenitoriali. Vergona". Sul palco i big europei, da Olaf Scholz, cancelliere tedesco, ad Antonio Costa, ex capo di governo portoghese, parlano di un partito da rilanciare. Il più acclamato però è lui, il premier spagnolo Pedro Sanchez. "Gli obbietti del passato sono in qualche modo minacciati dall'odio, dalle opinioni false e hanno degli strumenti digitali e hanno degli alleati tanto all'interno che all'esterno dell'Europa. Ma noi li sconfiggeremo".