A poche ore dalla chiusura delle liste per le regionali, Giuseppe Conte rompe gli indugi e si schiera a favore dell’accordo tra Pd e Movimento 5 Stelle, in Puglia e nelle Marche. “Trovo ragionevole - spiega in un'intervista - che le forze politiche che sostengono il Governo, provino a dialogare anche a livello regionale. Presentarsi divisi espone al rischio di sprecare una grande occasione”. La forzatura del Premier provoca non pochi scossoni all'interno del Movimento e solo a livello locale. Vito Crimi, attualmente guida politica, dice sì alle alleanze, ma lo fa con cautela, valutando regione per regione le singole situazioni. I due candidati 5 Stelle in Puglia e nelle Marche, Laricchia e Mercorelli, respingono al mittente l'appello di Conte; “Nessun passo indietro”. Diverse le sensibilità tra i pentastellati. “Sicuramente Conte ha sollevato un tema importante. Arriveranno centinaia di miliardi, con il Recovery Fund ed è importante che ci sia una sinergia tra Governo e regioni. Allora oggi può avere senso, valutando ogni singolo caso, che il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico corrano insieme in modo tale da ottimizzare tutti quelli che saranno anche gli aiuti che riceveremo dall’Europa, per non solo risolvere la crisi del coronavirus, da un punto di vista economico, ma anche superarla e trovare un nuovo rilancio per il nostro Paese”. E mentre tra le forze di Governo si consumano gli ultimi scontri, in vista della presentazione delle liste, il centrodestra blinda la coalizione e firma il patto anti inciucio. “Contro la sinistra e contro i ribaltoni” esulta Giorgia Meloni, considerata la madrina dell'accordo con Lega e Forza Italia. Alla vigilia delle elezioni in sette importanti regioni, i tre partiti di opposizione decidono, senza remore, di far fronte comune. “È un rinsaldamento importante di una compagine di centrodestra, che vuole dire la sua in tutte le elezioni locali e anche nazionali.