Conte a Ue: rispetteremo patto stabilità

05 giu 2019
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Da un lato il Presidente del Consiglio che ribadisce la linea del dialogo e del rispetto delle regole europee pur da cambiare, dall'altro i due Vicepremier nuovamente sullo stesso asse seppur su piani ancora diversi, che rilanciano sul taglio delle tasse e sulla difesa di quota 100 e reddito di cittadinanza. La fotografia dello stato dell'arte sembra essere tutta qui. A completarla manca solo l'osservatore: il Colle. Lassù l'attenzione resta alta. Ruolo ed esperienza insegnano che il sereno può sempre alternarsi al perturbato. Già, perché l'estate si annuncia in ogni caso dal clima, politico si intende, variabile e i conti pubblici vanno salvaguardati. Tradotto: bisogna vigilare, attenzione alta e richiesta di scelte e comportamenti chiari. Giugno per questo sarà decisivo. Dal Vietnam, in visita ufficiale, il Premier Conte, di fronte alla pur attesa proposta europea di procedura per violazione della regola del debito, mostra fiducia. “Il Governo del cambiamento deve impegnarsi per cambiare le regole. Il problema è che attualmente vengono applicate le regole esistenti e vigenti, quindi, come dire, c'è la prospettiva di una procedura e io sono sempre determinato e ottimista e farò il massimo sforzo fino all'ultimo per scongiurare una procedura che ovviamente non fa bene al Paese”. Dialogo, quindi, regole da ridiscutere, ma che ora tali sono e per questo vanno rispettate. Una manovra bis Conte non la vede all'orizzonte, anche perché nella nota di Chigi si fa sapere che le stime sul tavolo sono diverse e come tali verranno rappresentate, a cominciare dal rapporto deficit/Pil al 2,1% contro il 2,5 di Bruxelles, e poi il saldo strutturale in miglioramento. Insomma, Governo pronto a rispettare il patto di stabilità. Quanto al rapporto politico tra i due azionisti di maggioranza, Conte prende atto del chiarimento. “Ottime premesse - dice - la disponibilità si dovrà dipanare nel tempo”. Loro intanto sembrano concentrarsi sul da farsi, su ciò che è davanti piuttosto che sulle polemiche reciproche, almeno per ora. “Totale fiducia in Conte, ma serve un cambio di marcia in Europa” avverte Salvini, che cestina ogni ipotesi di manovra correttiva e ribadisce la ricetta dello shock fiscale: abbassare le tasse per far ripartire il Paese che fino ad ora con l'austerità ha solo visto crescere debito e povertà. Di Maio, più dialogante, ribadisce: “Ci metteremo al tavolo e discuteremo a Bruxelles”. Aggiunge: “Non può discriminare l'Italia rispetto ad altri Paesi in condizioni simili e di certo - linea comune con Salvini - non possiamo permetterci altra austerità”. Ora ostacolo e obiettivo coincidono in una battaglia comune. Poi chissà.

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