Prima alla Camera, poi in Senato. Il Presidente Conte presenta il piano del governo per affrontare la cosiddetta fase 2, tra urla, proteste e aspre polemiche, addirittura insulti e spintoni al Transatlantico di Palazzo Madama, dai banchi del centrodestra gli attacchi più duri, attesi, ma da quelli di maggioranza che arrivano le parole più cocenti. Se lei ci vorrà al suo fianco, noi ci saremo, a condizione di fare le cose che servono agli italiani, se dobbiamo essere su un crinale populista che dice alla gente quello che la gente piace sentire noi non saremo al suo fianco. Uscendo dall'aula del Senato il premier Conte, con i cronisti, minimizza, nessun ultimatum da parte di Renzi dice, stiamo facendo politica, la maggioranza tiene. Il Partito Democratico usa toni fermi ma più pacati, pur evidenziando la necessità di limitare nella nuova fase di uso gli strumenti di emergenza, il vicesegretario Orlando sottoscrive la necessità di ripartire dalla sicurezza sanitaria. E non esiste un bivio, lo voglio dire a tutti, non esiste un bivio nel quale da una parte c'è la strada della libertà percorsa o che vorrebbero percorrere gli intrepidi e dall'altra quella della pavidità, non ci sono queste due strade, perché non esiste una ripresa economica senza una sicurezza sanitaria. L'opposizione fa il suo, Matteo Salvini attacca Conte. Dormire in quest'aula per portare in quest aula la voce degli italiani lo faremo fino a che in questa aula non si daranno risposte concrete agli italiani, basta chiacchiere, basta parole. Forza Italia rimprovera al governo di non aver mai avviato reale percorso di confronto. L'opposizione costruttiva è un percorso a doppio senso, non è un percorso di ascolto unilaterale di obbedienza di un'opposizione che vede respinti sistematicamente tutti gli emendamenti e tutte le buone ricette pensate nell'interesse del Paese. Duro l'affondo di Giorgia Meloni. Con questo virus ci conviveremo per anni e questo ormai è sotto gli occhi di tutti, però, non intendiamo sacrificare al coronavirus le nostre aziende, il nostro lavoro e neanche la nostra libertà e la nostra democrazia.