Cita Platone e Aristotele, per dire che da una parte ci sono le opinioni, dall'altra la scienza e il Governo la sua scelta l'ha fatta; quella di stare con i tecnici, con i dati e non con quella spinta, pur comprensibile, verso un ritorno alla normalità che al momento, invece, nessuno può assicurare. Nelle aule dei due rami del Parlamento, dove non mancano le contestazioni e momenti di tensione, Giuseppe Conte lo dice chiaramente riferendosi in maniera evidente a quelle proteste, a cui sono seguiti delibere arrivate dai governatori di centrodestra, qualcosa potrà cambiare, ma pensare di allargare le maglie rispetto a quanto stabilito dall'esecutivo, questo no. “Iniziative di enti locali, che comportino l'introduzione di misure meno restrittive di quelle disposte su base nazionale, non sono possibili. Quindi sono da considerarsi, a tutti gli effetti di legge, illegittime”. Perché a guidare le scelte sono i protocolli scientifici, ma “nessuno si illuda” è il mantra del Premier. “Qualsiasi atteggiamento ondivago, rischierebbe di compromettere in maniera irreversibile gli sforzi fatti fin qui. Il Governo non può assicurare il ritorno immediato alla normalità della vita precedente”. Qualche minimo spazio per il ritorno verso una normalità, lo apre il Premier, pensando ai bambini. “Occorrerà valutare la possibile riapertura, in modalità sperimentale, di nidi, scuole dell'infanzia, oltre a centri estivi e ad altre attività ludiche ed educative, destinate ai nostri bambini”. Quanto alle polemiche sugli strumenti legislativi usati sino ad ora, Conte non ha dubbi sulla copertura costituzionale e sul fatto che il Parlamento abbia tutti gli strumenti per controllare l’attività di Governo, ma soprattutto ricorda in questo momento è un fatto che le scelte, per quanto tragiche, diventano obbligate.