Una ricognizione per il rilancio dell'azione di Governo. Dopo il risultato elettorale e i conseguenti rapporti di forza rovesciati tra gli alleati di maggioranza, Lega e 5 Stelle, la giornata è stata segnata da una serie di incontri separati a Palazzo Chigi. In mattinata Giuseppe Conte ha prima incontrato Matteo Salvini, poi Luigi Di Maio, per salire nel primo pomeriggio al Colle e riferire al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontro definito interlocutorio durante il quale Conte si è mostrato moderatamente ottimista sulla possibilità che l'azione di Governo possa proseguire. Se, come il premier crede e spera, potrà andare avanti, ci sono una serie di punti programmatici che il suo Governo deve completare nell'arco dell'intera legislatura. All'ora di pranzo il leader della Lega aveva riunito in assemblea deputati e senatori, che si erano espressi all'unanimità sulla prosecuzione del Governo. “Piena sintonia con Conte sulle tante cose da fare” ha riferito Salvini ai suoi, con un'agenda di priorità, dalla sicurezza, alla riforma fiscale, all'autonomia differenziata per le regioni, ma nel rispetto dell'unità e coesione del Paese. “Avanti per fare e fare in fretta” ripete il leader del Carroccio che attende l'esito del confronto in casa dell'alleato di Governo. “Ma lasciamo che scelgano i militanti dei 5 Stelle, dai! A me interessa lavorare come abbia fatto nei primi mesi sulle cose, sulle tasse, sul lavoro, sull'ambiente, sulla scuola, sulla riforma della giustizia, quindi questo mi interessa”. Bisognerà, dunque, aspettare il voto sul ruolo politico di Di Maio per capire come far ripartire l'esecutivo sui tanti dossier su cui le posizioni non sono unitarie e inaugurare una fase 2 in cui sulla carta non ci sono o non dovrebbero esserci più scadenze elettorali.