Giuseppe Conte non abbandona la missione di rifondare il MoVimento Cinque Stelle che sembra attraversare una crisi di crescita ma non intende prestare la sua faccia al leader ombra. L'ex premier si presenta in conferenza stampa dopo le stoccate lanciate da Beppe Grillo contro di lui davanti ai parlamentari e assicura di avere il dono dell'ironia ma non per questo annacqua le sue convinzioni. La posta in gioco è alta, il Movimento avverte rischia una fase di declino e ha bisogno di una leadership forte. "Una forza politica che ambisce a guidare il paese non può affidarsi a una leadership politica dimezzata. Sono stato descritto spesso, da voi giornalisti anche, come uomo delle mediazioni ma su questo aspetto non vi possono essere mediazioni perché occorre una leadership forte, solida. Una diarchia non sarebbe funzionale. Una forza politica che vuole recitare un ruolo da protagonista non può affidarsi allo schema di un leader ombra affiancato da un prestanome. In ogni caso quel prestanome non potrei mai essere io." Con il garante Conte non condivide la profondità dell'intervento per rimettere in piedi una comunità a cinque stelle sfibrata. Non ha senso imbiancare una casa che necessita di una profonda ristrutturazione e al senso paterno di Grillo a cui Conte si rivolge. "Spetta a lui decidere se essere il genitore generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia o il genitore padrone che ne contrasta l'emancipazione." Tra qualche ora l'ex premier consegnerà al cofondatore con cui si vedrà nei prossimi giorni e a Vito Crimi il nuovo statuto, che spiega, ridimensiona i poteri del capo politico che dovrà confrontarsi con il Consiglio Nazionale e alcuni vicepresidenti. Poi toccherà agli iscritti esprimersi in tempi brevi con un voto ma fa sapere Conte non basterà una maggioranza risicata. Luigi Di Maio confida in un'intesa perché remiamo nella stessa direzione e il movimento è pronto ad evolversi. Il Presidente della Camera Roberto Fico sparge ottimismo. Saremo più forti di prima, non vedo problemi.