Per affrontare l'emergenza serve la politica con la P maiuscola È con queste parole che il Presidente del Consiglio Conte si mette di traverso a tutte le ipotesi di governi di unità nazionale o tecnici per gestire la ricostruzione post covid 19, è il messaggio neanche tanto in codice di un Conte che elogia sia Draghi che Colao, ma aggiunge subito che non è sua intenzione nominare ministro, l'attuale capo della task force. Conte alza anche il velo sulla fase due che non comincerà prima del 4 maggio chiarisce e sarà fondata su un piano nazionale contenente linee guida omogenee per tutte le regioni, in modo da procedere ragionevolmente da quella data, scrive Conte, a una ripresa delle attività produttive, attualmente sospese, secondo un programma ben articolato che contemperi la tutela della salute e le esigenze della produzione tanto sui luoghi di lavoro, quanto nei trasporti. Le regioni, pur condividendo il disegno del governo hanno chiesto attenzione e modulazione degli interventi anche in base a come il virus ha attecchito sui vari territori e considerando la capacità di risposta e di organizzazione delle regioni stesse. Allentare la stretta di imparare a convivere con il virus. Questo sarà il binario su cui correrà la fase due, pensata dal governo. Ricominciare a produrre rafforzando il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro già approvato lo scorso mese di marzo, continuando sulla strada del potenziamento dello smart working. Sul fronte della salute, l'obiettivo è implementare i Covid Hospital, l'assistenza territoriale e usare al meglio le applicazioni tecnologiche e i test per riuscire a rendere sempre più efficiente la strategia di prevenzione e di controllo del contagio.