La certezza è che nessuno potrà farcela da solo. Né il centro-sinistra né il centro-destra hanno la forza numerica per imporre il successore di Sergio Mattarella. Sarà necessario un accordo. Tra chi, questo è il vero nodo. Ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica saranno 1.007 grandi elettori: 629 Deputati, 320 Senatori e 58 Delegati Regionali. 1.007 è un numero atipico. Perchè il 16 gennaio si voterà per eleggere chi prenderà il posto di Roberto Gualtieri, dimessosi perchè eletto Sindaco di Roma. Al Senato, la prematura scomparsa di un Senatore leghista potrebbe non portare ad una sua sostituzione in tempo per l'elezione. In teoria si potrebbe arrivare a 1.009. In ogni caso nei primi 3 scrutini è richiesta la maggioranza dei due terzi dell'assemblea. Dal quarto scrutinio in poi, il quorum si abbassa alla maggioranza assoluta, cioè 504 voti su 1.007. E quella sarà la soglia da raggiungere per gli schieramenti in campo. Nell'attuale situazione, il centro-sinistra, contando tutti i gruppi parlamentari e i Delegati Regionali può contare su 417 voti. Il centro-destra, con gli stessi elementi, è a 450. Abbiamo lasciato per il momento in bilico i 43 voti di Italia Viva. Così come ci sono circa un centinaio di voti liberi, che potrebbero rappresentare un serbatoio decisivo. Se Italia Viva votasse in maniera compatta col centro-sinistra, ci sarebbe un sorpasso non decisivo ai fini dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Se viceversa, il partito di Renzi si schierasse col centro-destra, saremmo ad una manciata di voti dalla soglia per eleggere il nuovo Presidente nel quarto scrutinio. I numeri però sono vivi, e camminano sul filo di una trama ancora tutta da tessere. Un accordo tra i maggiori partiti infatti, azzererebbe il potere di trattativa delle formazioni più piccole. Così come una mancata intesa renderebbe la caccia ai voti il filo conduttore dell'elezione del tredicesimo Presidente della Repubblica.