Corsa al Colle, storia delle elezioni del Capo dello Stato

16 gen 2022
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Ci possono volere 15 giorni per arrivare al Quirinale, come successe per Giovanni Leone, oppure uno solo, come toccò in sorte a Cossiga e Ciampi. È il tempo della politica che si contrae o dilata a seconda delle convenienze e delle circostanze. Le elezioni più fulminee? Quelle di Francesco Cossiga, eletto al primo scrutinio grazie all'accordo tra DC e PCI nel 1985. Così come al primo colpo venne eletto Carlo Azeglio Ciampi nel 1999, con la candidatura voluta dal Segretario dei DS di allora Veltroni e da D'Alema che era Premier, e con il beneplacito del centrodestra berlusconiano. Al quarto scrutinio, con la maggioranza assoluta, la spuntarono in quattro. Luigi Einaudi, all'alba della Repubblica, nel 1948, grazie alla spinta della sinistra DC. Giovanni Gronchi nel 1955, con Fanfani che dopo aver visto impallinato Merzagora virò su di lui. Il primo mandato di Giorgio Napolitano, nel 2006, eletto con i soli voti del centrosinistra. E l'attuale presidente Sergio Mattarella, nel 2015, proposto da Renzi, sfiorò comunque i due terzi dei voti. Al sesto scrutinio arrivò la rielezione di Giorgio Napolitano nel 2013, in una delle pagine più laceranti per il centrosinistra. Prima il fallimento della candidatura Marini, poi i 101 che fecero mancare l'appoggio a Romano Prodi. Così si arrivò ad una rielezione che durò due anni. Al nono tentativo Antonio Segni nel 1962 divenne Capo dello Stato. Proposto da Aldo Moro per rassicurare la destra, fu eletto grazie anche ai voti del fronte liberale. Ci vollero invece 16 scrutini per arrivare all'elezione, nel 1978, di Sandro Pertini. Fu la prima volta che l'opinione pubblica ebbe un peso importante nella scelta. Così come al sedicesimo scrutinio arrivò l'elezione, nel 1992, di Oscar Luigi Scalfaro. La strage di Capaci scosse un Parlamento che sembrava pronto a scegliere Giulio Andreotti. Al ventunesimo scrutinio Saragat, nel 1964, riuscì a spuntarla grazie alle forze di centrosinistra che riuscirono a ritrovarsi dopo profonde divisioni. L'elezione più sofferta è stata quella di Giovanni Leone nel 1971. Ci vollero 23 scrutini. La vigilia di Natale venne eletto, con i voti del Movimento Sociale anche. La Dc scelse lui al posto di Aldo Moro.

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