Dopo giorni di critiche e contrarietà politiche nei confronti delle decisioni prese la settimana scorsa, il capo del Governo scende in campo per difendere la scelta di far ripartire la scuola secondo calendario e introdurre l'obbligo vaccinale per le persone con più di 50 anni. Misura adottata in base ai dati e per ridurre la pressione sugli ospedali. Draghi ammette di aver sottovalutato l'importanza di una conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri del 5 gennaio e lancia un nuovo appello ad andare a vaccinarsi. E lo fa sottolineando che la maggior parte dei problemi sia dovuta ai non vaccinati, che occupano i due terzi delle terapie intensive. "Che gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipende dal fatto che ci sono dei non vaccinati. Persone non vaccinate hanno una probabilità molto maggiore di sviluppare la malattia e forme gravi della malattia. Il Governo ha la priorità che la scuola stia aperta in presenza". La scuola va tutelata, mantenerla aperta è una priorità per l'esecutivo perché tutte le grandi democrazie lo hanno fatto, afferma Draghi, e per coerenza con le altre attività economiche e sociali rimaste aperte. Ma anche perché la didattica a distanza crea diseguaglianza tra i giovani. L'anno va affrontato con prudenza, fiducia e unità, ha concluso Draghi, anche tra le differenze di posizioni politiche. "Per il resto è chiaro che ci sono divergenze, diversità di opinioni, però non è stato mai di ostacolo all'azione di Governo. Pensi per esempio, anche quando si dice Draghi non decide più, bè insomma, stiamo dimostrando insieme questi ministri qua oggi, stanno dimostrando che la scuola aperta è una priorità, questo non era il modo in cui questo problema era affrontato in passato".