Ripartire con l'economia, ma ripartire anche coi rapporti sociali, con le iniziative culturali, con tutto quello che rendono una vita, francamente, la vita che conosciamo: è una vita magari di un Paese che ha imparato qualche cosa e andrà anche meglio. Quindi vorrei uscire dall'etica e dall'estetica dell'emergenza a tutti i costi che qualcuno, anche troppo, ha continuato a coltivare in questa primavera. Entriamo nell'etica e nell'estetica invece della ripartenza, della ripresa, della voglia di vivere, ovviamente con la prudenza del caso.