Alla ricerca dei numeri perduti, nonostante la fiducia incassata il clima in Parlamento è di sospensione e confusione, il contrario di ciò che servirebbe in tempi di emergenza. Lo strappo del gruppo è dei renziani, semina incertezza nell'iter dei provvedimenti e nei lavori delle commissioni parlamentari dove maggioranza e opposizione sono in parità, soprattutto in quelle dove si esaminano gli interventi più importanti, bilancio, affari costituzionali esteri ed industria. E poi ci sono i temi che più contrappongono le forze politiche, a partire dalla relazione sullo stato della giustizia che il Guardasigilli Bonafede terrà a metà della prossima settimana e che già si annuncia come un Banco di prova sui numeri. Italia Viva infatti ha già anticipato a priori di votare contro. Altre questione, il decreto ristori, il quinto che dovrebbe essere approvato da un Consiglio dei ministri nei prossimi giorni e su cui potrebbe scoppiare un'altra mina targata Italia Viva e sostenuta dall'opposizione, con l'ipotesi di rafforzare le risorse per i ristori, attraverso i soldi destinati al cash back, 4,7 miliardi di mini rimborsi per chi usa bancomat e carte di credito. Rimane poi lo scoglio del ricovero recovery plan che verrà discusso dal Parlamento a metà febbraio e da cui è partita la scintilla che ha portato alla non superata crisi del Governo, con Italia Viva contraria alla governance ipotizzata dall'esecutivo a dicembre e che ancora nel testo rimane tutta da definire, con la certezza però che una struttura di controllo sulla spesa e sui tempi di avanzamento dei progetti la chiede non è il capo del governo italiano, ma l'Europa stessa.