Ci sono le scorie tutte ancora da smaltire dell'intesa, e tesa trattativa che ha portato alla rielezione di Mattarella al Quirinale. Ci sono le riforme sullo sfondo, su tutte quella della legge elettorale, che potrebbe avere effetti deflagranti sull'attuale sistema politico. Ci sono le carte bollate, e le sentenze dei Tribunali. Un mix micidiale sul terreno del confronto tra i partiti, il contesto più esplosivo appare quello in casa Cinque Stelle, dopo l'ordinanza del Tribunale di Napoli, che ha sospeso l'efficacia del nuovo statuto, e con esso le elezioni di Conte al leader del movimento. E' Beppe Grillo, a riprendere in mano le redini, chiede silenzio le sentenze si rispettano, spiega e definisce, la situazione molto complicata. Per questo, è dall'atteso confronto, nella capitale, nelle prossime ore, con l'ex Premier e il Ministro Di Maio, che si attende la linea del Movimento. Stiamo studiando soluzioni con i nostri legali, assicura Conte ma la preoccupazione tra militanti e parlamentari cresce. L'obiettivo del Garante, sembra per ora essere quella di una tregua armata interna, e della ricostituzione del Comitato di Garanzia. A quanto accade in casa Cinque Stelle, guarda con attenzione, e forse preoccupazione il PD di Enrico Letta, evocato da Matteo Renzi. Se Idem, fanno un campo riformista è casa mia, e ci sarebbe anche Toti, dice leader di Italia Viva. Al centro, ma con giudizio e cautela, guarda anche Forza Italia, senza mollare il centro-destra sempre più in fibrillazione, dove appare costretta a mediare tra Salvini e Meloni. La leader di Fratelli d'Italia, che lancia la raccolta di firme per il presidenzialismo, è pronta a giocare da protagonista e dare le carte, lascia intendere. Il numero uno della Lega, dopo il botta e risposta dei giorni scorsi replica, chi vuole perdere da solo è libero di farlo.























