Apporta una serie di modifiche sostanziali al Codice Penale e a quello di procedura e più in generale all'ordinamento giudiziario il disegno di legge Nordio. Dall'abolizione dell'abuso d'ufficio, considerata una norma chiave dal Governo Meloni all'ampliamento dei divieti per i giornalisti in materia di intercettazioni, ecco le novità previste dalla riforma. Anzitutto viene cancellato la articolo 323 del Codice Penale sull'abuso d'ufficio, finora è il più frequente dei reati di cui erano potenzialmente accusati soprattutto gli amministratori locali, viene poi limitato a condotte è particolarmente gravi il reato di traffico di influenze di cui però aumenta la pena minima edittale. Il provvedimento prevede anche un ampliamento del divieto di pubblicazione delle intercettazioni da parte dei giornalisti che potranno pubblicare solo il contenuto che si è riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento utilizzato nel corso del dibattimento. Saranno poi inappellabili, stando al decreto, le sentenze di assoluzione per i reati meno gravi. I pubblici ministeri potranno impugnare le assoluzioni per quelli gravi compresi i reati da codice rosso. Sarà poi più difficile andare in carcere prima della sentenza definitiva, la custodia cautelare durante le indagini, infatti, viene decisa non più da solo magistrato ma da un collegio di tre giudici che dovranno esprimersi dopo aver interrogato l'indagato, tranne che se sussistano il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o se si tratti di reati gravi commessi con l'uso di armi o con altri mezzi di violenza personale. Novità anche per l'avviso di garanzia che dovrà obbligatoriamente contenere una descrizione sommaria del fatto oggi non prevista, nei processi di mafia e terrorismo infine i giudici popolari non potranno avere più di 65 anni di età al momento della nomina.