Tre punti che hanno di fatto sbarrato la strada al ddl Zan. Tre articoli, quello sull'identità sessuale, quello sulla libertà di espressione e l'istituzione della giornata contro l'omofobia nelle scuole, che hanno aperto lo scontro tra le forze politiche che ha portato all'affossamento del disegno di legge. Il ddl Zan è un testo unificato nato da diverse proposte di legge presentate alla Camera, accomunate dall'applicazione della legge Mancino per quel che riguarda la discriminazione e l'istigazione, ma non la propaganda, ai reati dettati dall'odio omofobico. Il testo è composto da 10 articoli, in base al cui contenuto i reati collegati all'omofobia verrebbero equiparati a quelli sanciti dall'articolo 604 bis del Codice Penale, che contrasta il razzismo e l'odio su base religiosa, punendo con la reclusione fino a quattro anni le discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità. Il centrodestra, durante i mesi di discussione, ha sostenuto che si tratta di una legge che introduce un reato di opinione. Il primo punto contestato è quello dell'identità sessuale. Il testo del ddl Zan definisce l'identità di genere come l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso biologico e indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione. Il secondo punto è la libertà di espressione. L'articolo 4 del ddl Zan riguarda il pluralismo delle idee e la libertà delle scelte. Ai fini della presente legge sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti. Infine la giornata contro l'omofobia nelle scuole, che secondo l'articolo 7 verrebbe istituita il 17 maggio, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell'inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere, in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione.