È battaglia a colpi di regolamento parlamentare sul DDL Zan con il centro-destra che reclama modifiche e il centro-sinistra che si sgola per aggirare quello che bolla come una odiosa melina sulla pelle delle persone. Fallita la mediazione in Commissione Giustizia il Presidente leghista Andrea Ostellari si presenta in aula rivolgendo un appello per chiedere che il testo, che tutela i diritti di gay, lesbiche e trans contro le aggressioni fisiche e virtuali, torni al tavolo del confronto per trovare un accordo in una quindicina di giorni. Ma la sua richiesta viene rispedita al mittente della conferenza dei capigruppo, che ribadisce la road map già approvata qualche giorno fa affondando il tentativo del centro-destra di rimandare il DDL Zan in Commissione. Si torna in aula e Lega e Fratelli d'Italia presentano le pregiudiziali di costituzionalità che vengono impallinate. Sotto i riflettori Matteo Renzi e i suoi 17 Senatori, marcati stretti sia dai giallorossi che da Lega e Forza Italia che possono far oscillare il pendolo dove meglio credono, soprattutto quando arriveranno i voti segreti e il leader d'Italia Viva lancia un appello. "O si va a scrutinio segreto ed è un rischio per tutti o ci si assume la responsabilità politica di trovare un accordo. L'accordo non è semplicemente nel merito, che è a portata di mano, perché non dobbiamo prenderci in giro, l'accordo è a portata di mano". Anche il Segretario della Lega Matteo Salvini insiste per togliere dalla legge Zan quello che divide. "Togliamo i bambini, togliamo l'educazione alle scuole elementari, lasciamo alla mamma e al papà il diritto e il dovere di educare i loro bambini, non allo Stato". Era stata la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, a convocare la riunione della conferenza dei capigruppo tra le proteste e le urla di alcuni Senatori del PD, del MoVimento 5 Stelle e di Liberi e Uguali, che interpretano la mossa come un modo di guadagnare tempo. "Noi abbiamo chiesto solo una cosa, che venissero contenute, come capita spesso, in un tempo ragionevole. Il Presidente Ostellari ha stabilito una scansione dei lavori che prevedeva il percorso delle audizioni solo una volta a settimana". Scoppia subito la bagarre in aula, gli Europei li abbiamo già vinti e non voglio un clima da stadio, tuona l'arbitro Casellati, che manda i capigruppo negli spogliatoi di Palazzo Madama.