Un solo voto di scarto per dire no alla sospensione dell'esame in aula del DDL Zan chiesta da Lega e Forza Italia. È un vistoso campanello d'allarme per la maggioranza che, grazie anche alle assenze di alcuni parlamentari, evita all'ultimo secondo di andare a sbattere. Ma la strada è ancora lunga. Il disegno di legge contro l'omotransfobia prosegue il suo iter, ora è tempo della discussione generale. Martedì scade il termine per gli emendamenti. Poi si dovrebbe cominciare a votare, ma i tempi sono tutti da definire, visto anche l'incombere di alcuni decreti legge in scadenza da convertire. I numeri di oggi comunque dicono che sarà una sfida impervia per PD, 5 Stelle, Leu, le forze che più di tutti hanno voluto la legge in aula. "La legge contro l'omolesbobitranfobia è una legge fondamentale che l'Italia attende da oltre 25 anni. Finalmente inizierà la discussione al Senato. Il Movimento 5 Stelle continuerà a sostenere questa legge lealmente come ha sempre fatto nell'interesse nella tutela di tutti i cittadini e tutte le cittadine senza alcuna distinzione". Italia Viva, che alla Camera aveva votato sì al testo in discussione, chiede, in forza dei numeri che mancano, di rivedere il testo, ponendo le basi per un'approvazione rapida a Montecitorio. "Oggi il voto ha dimostrato, anche quello di ieri dovrei dire, che effettivamente i numeri non ci sono perché col voto segreto credo che si andrà sotto, purtroppo, e quindi si rischia di non approvare il provvedimento. Quindi chi insiste con la tesi non tocchiamo nulla di fatto dice no allo Zan. Noi siccome vogliamo salvare questo provvedimento siamo dell'idea che bisogna riprovarci a trovare una soluzione di contenuto che metta in salvaguardia la legge". La lega con Matteo Salvini chiede mirate modifiche e offre il sostegno ad un iter rapido che porti, entro l'estate, all'approvazione di un DDL Zan depurato dalle ideologiee sostenuto da più forze politiche. Se Letta non ci ascolta, ammonisce il Leader leghista, affossa la legge. Fratelli d'Italia intanto ha annunciato ostruzionismo a Palazzo Madama. Ma arriverà il momento del voto. E come ha ribadito oggi il PD in aula è lì che ognuno si assumerà le sue responsabilità.