Dopo 9 mesi dall'arrivo in Senato sarà in aula il 13 luglio il Ddl Zan ma intanto lo scontro sulla legge contro l'omotransfobia diventa non solo centrodestra contro centrosinistra ma vede ancora da una parte l'asse tra i due Matteo, Renzi e Salvini, e dall'altra Enrico Letta. Il leader di Italia Viva continua a sostenere la bontà di quella che definisce una mediazione che consenta l'approvazione di un testo modificato e ammorbidito secondo le richieste del centrodestra e del Vaticano, scontrandosi, su questo, con PD, Movimento 5 Stelle e LEU. In capigruppo e poi in aula al Senato comunque i renziani tengono la linea del resto del centrosinistra e dicono "sì" all'arrivo del Ddl il 13 luglio in aula, dove ora però si annuncia battaglia. Chiedevano un rinvio leghisti e forzisti nel tentativo di lavorare ancora ad una mediazione. Corda ormai troppo tesa per i DEM. "Andiamo avanti convinti che una data certa possa portare il diritto di questo Parlamento e di questo ramo del Parlamento di svolgere il suo lavoro di legislatore". Visto il voto sulla calendarizzazione Letta sfida gli alleati. Vuol dire che numeri ci sono, ognuno si assuma le proprie responsabilità, mentre Salvini indica proprio nel Segretario DEM il possibile affossatore della legge. "Se la legge verrà affossata il nome e il cognome di colui che ha impedito che il Parlamento approvasse all'unanimità la tutela della libertà d'amore dei diritti civili, è il signor Letta". Il clima incandescente si riflette sui social da dove Chiara Ferragni, 24 milioni di follower, affonda contro Renzi e i politici che ostacolano il Ddl Zan. Posizioni qualunquiste, secondo l'ex premier, che ricorda di aver fatto approvare la legge sulle unioni civili. Un botta e risposta che termina, per ora, con uno "stai sereno" da parte di Fedez.