Sulle Ong passa la linea dura. Con un nuovo regolamento approvato da un Consiglio dei Ministri che per evitare troppe tensioni, soprattutto con Forza Italia che mal digerirebbe alcune spinte in avanti prese in autonomia dal Governo, senza coinvolgere l'Unione Europea in temi caldi come quello sui migranti, ha spacchettato le misure previste dal decreto sicurezza ipotizzando a gennaio un nuovo appuntamento per discutere su lotta ai femminicidi e alle baby gang. Secondo, dunque, il nuovo codice di condotta per le Ong, transito e sosta in territorio nazionale verranno comunque garantiti ma ai soli fini di assicurare il soccorso e l'assistenza a terra delle persone prese bordo a tutela della loro incolumità e soprattutto le operazioni di soccorso devono essere immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente, nella cui area di responsabilità si svolge l'evento e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni delle predette autorità. Se si violano le regole si applica al comandante della nave una sanzione amministrativa e la responsabilità si estende all'armatore che dovrà rispettare inoltre il fermo amministrativo di due mesi dell'imbarcazione sanzionata, ma non solo, sarà proprio l'armatore che dovrà provvedere alla custodia della nave e ai relativi costi in questi due mesi di stop. Un decreto destinato quindi a far discutere, soprattutto quando approderà in aula.























