Discorso di Mattarella, auguri di Meloni e le sfide del 2023

01 gen 2023
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Un 2023 tutto da affrontare e che, ricordando le parole, l'incipit del messaggio di auguri al Paese del Capo dello Stato parte da un anno, quello appena concluso impegnativo e complesso, dalle elezioni del Presidente allo scioglimento anticipato delle camere, con il voto politico per prima volta in autunno, e la prima assoluta di una donna alla guida del Governo nella storia repubblicana. Segno di una piena maturità del Paese e e novità di grande significato sociale e culturale, ricorda Sergio Mattarella. Traccia una rotta il Presidente con un discorso che più che un bilancio è stato uno sguardo al futuro ai giovani, innanzitutto, suo primo pensiero un orizzonte a qui guardare con speranza e responsabilità, quella necessaria per affrontare le difficoltà concrete di chi governa, quei limiti imposti da una realtà sempre più globale, pandemia, guerre, crisi energetiche, fenomeni ha sottolineato non a caso, con cui si sono del resto cimentati tutti i partiti che in pochi anni hanno toccato con mano cosa significhi governare. Sfide non da poco che nel concreto, ricorda ancora Mattarella, passano dal PNRR, occasione irripetibile, vero lascito per le generazioni future per ammodernare un'Italia che ha dimostrato di potercela fare. Faremo la nostra parte, l'augurio e l'invito che il Premier rivolge sui social del suo messaggio di inizio anno, dopo quella telefonata al Capo dello Stato per ringraziarlo delle parole usate nel discorso alla nazione e l'invito alla concordia istituzionale. "Il governo farà la sua parte in quest'anno ma vorrei che ci credeste con noi, che ci credeste con me nella possibilità di risollevare questa nazione". Le sfide sono molte, velocizzare le istituzioni, riformare giustizia, burocrazia e fisco e poi portare a casa l'intero piano di ripresa e resilienza. Mattarella ricorda che la bussola era e resta la Costituzione che il Servizio Sanitario Nazionale era e resta un presidio insostituibile di unità del Paese, che di fronte al Covid non bisogna dimenticare gli insegnamenti, che la Repubblica siamo noi, a cominciare da chi paga le tasse, necessarie per fornire i servizi essenziali a chi ne ha bisogno. Si parte da qui, guardando alle difficoltà superate a quelle da affrontare, quelle delle famiglie di chi cerca lavoro, l'inflazione, il caro energia per guardare i fatti di casa nostra o, quanto al mondo che ci circonda, la guerra nel cuore dell'Europa e tutte le sue conseguenze. I pericoli futuri e quel silenzio delle armi da cercare, l'auspicio cui lavorare con tenacia come artigiani e poi la modernità da guidare, da indirizzare per progettare il futuro con coraggio.

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