La battaglia è dura, serrata. Ma la partita sul Dl Cutro in Senato si gioca con un sostanziale fair play: la maggioranza infatti ha modificato l'emendamento sulla protezione speciale per mantenere i riferimenti alla legislazione internazionale in merito alla tutela dei diritti umani degli immigrati. L'opposizione non fa ostruzionismo, intanto. Tiene l'intesa di maggioranza sull'obiettivo principale. La protezione speciale, dunque, scomparirà dalla grammatica dell'immigrazione italiana così come la conosciamo. In Aula il Ministro Piantedosi motiva così. "Va sottolineato che le stesse si fondano sui numeri della sua concreta applicazione. I dati della Commissione Nazionale d'Asilo, riferiti al 2022, evidenziano che su 58.446 decisioni adottate sono state, al netto delle 33.407 decisioni di rigetto, ben 10.506 quelle di protezione speciale, mentre sono state 7.494 quelle riferibili allo status di rifugiato e 7.039 quelle relative alla protezione sussidiaria. Risulta inoltre che solo una limitatissima percentuale, intorno al 5%, dei permessi rilasciati è stata convertita in permessi di lavoro, il che testimonia anche la inidoneità dell'istituto a favorire reali percorsi di integrazione del migrante nella nostra società". La coalizione a sostegno del Governo Meloni ha respinto una serie di emendamenti delle opposizioni che miravano a regolarizzare le posizioni di tutti gli immigrati che hanno un lavoro e non solo degli 82.000 previsti dal decreto flussi di quest'anno, ma sta ragionando su una proposta del MoVimento che miri a tutelare le donne immigrate vittime di violenza. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, intanto attacca duramente le scelte del Governo. "Questo decreto fa una cosa molto semplice: cerca di portare l'Ungheria in Italia, cioè cerca di portare avanti il modello ungherese. Quello che stiamo vedendo, invece, è pure peggio di quanto avessero fatto i decreti sicurezza di Salvini". Il voto finale arriverà nelle prossime ore, prima di un passaggio alla Camera in cui sarà quasi impossibile apportare altri cambiamenti. Entro il 9 maggio, infatti, il decreto dovrà essere convertito.